Noi ti lodiamo, Dio,
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano tutti gli angeli
il cielo e le potenze dell'universo,
e i cherubini e i serafini
a te si rivolgono dicendo con voce incessante:
Santo,
Santo,
Santo il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni
della tua gloria.
Ti acclama il coro glorioso
degli apostoli
e dei profeti
e la candida schiera dei martiri.
La santa Chiesa proclama
la tua gloria per tutta la terra,
o immenso Padre,
e adora il tuo unico Figlio
e lo Spirito
Santo paraclito.
O Cristo, tu sei il re della gloria,
l'eterno Figlio del Padre.
Tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell'uomo.
Tu, vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio,
nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Ora ti preghiamo:
soccorri, o Signore, i figli
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
benedici i tuoi figli,
proteggili e guidali
verso la vita eterna.
Ogni giorno ti benediciamo
e lodiamo il nome tuo
ora e per sempre.
Degnati oggi, o Signore,
di custodirci senza peccato.
Abbi pietà di noi, Signore,
abbi pietà.
Sopra di noi sia sempre la tua misericordia,
Signore: in te abbiamo sperato.
In te ho sperato, Signore:
che non rimanga confuso in eterno.
CHE TUTTI VOI POSSIATE PASSARE
UN ANNO SERENO E FELICE.
AUGURI!!!
domenica 30 dicembre 2007
TE DEUM
domenica 9 dicembre 2007
Saper dire di no...
"SI", "AMORE", "DIO".
Sono parole che si pronunciano con facilità, e colmano giganteschi spazi vuoti.
Esiste tuttavia una parola, anch'essa molto piccola, che molti hanno difficoltà a pronunciare: "NO".
Chi non dice mai di no, si crede generoso, comprensivo, educato: perchè il "NO" porta con se la nomea di maledetto, egoista, poco spirituale.
Il guerriero non cade in questa trappola.
Ci sono momenti in cui, nel dire "SI" agli altri, potrebbe darsi che, contemporanemante, stia dicendo "NO" a se stesso.
Perciò non pronuncia mai un "SI" con le labbra, se il suo cuore sta dicendo "NO".
(tratto dal testo: P. COELHO, Manuale del guerriero della luce, Bompiani, 1997)
domenica 18 novembre 2007
Si racconta che l'uomo più vecchio del mondo è vissuto qui fino alla sua morte nell'anno 1980 all'età di 168 anni, e oggi alcuni abitanti di questa regione sono ultracentenari.
La maggioranza della popolazione è musulmana, di rito sciita. Vi sono anche consistenti minoranze di religione cristiana ed ebraica, per una popolazione di ottocentomila abitanti.
Quando un'équipe di Kitab Shirketi si è recata a Lerik quest'anno, per distribuirvi delle opere bibliche, ha incontrato uno degli abitanti più vecchi del paese.
Racconta Namik Kerimov responsabile del ministero fra i rifugiati, gli immigrati e i membri delle minoranze etniche: «Siamo stati ospitati in una casa, quando vi abbiamo incontrato un uomo di 133 anni, si poteva a malapena crederci! Era circondato dai suoi figli, nipoti, pro-nipoti e pro-pro-nipoti! Era in buonissima salute e ci ha detto che non era mai stato malato. Suo nipote ci ha detto che gli chiede del continuo di trovargli una nuova moglie! Gli abbiamo chiesto se avesse mai sentito parlare di Gesù e lui ci ha risposto che non aveva mai sentito quel nome prima, allora gli abbiamo dato dei libri biblici e parlato un po' di tempo con lui della Bibbia e di Gesù».
Fonte: ABU - Nouvelles bibliques de l'ABU, novembre 2007, n° 416, pag. 24
Mi verrebbe da dire: "Beh, come si suol dire meglio tardi che mai..."
Poi rifletto sul fatto che ancora oggi moltissima gente non ha ancora avuto la possibilità di ascoltare la Lieta Novella e mi chiedo: come poter raggiungere tutti?
Molto spesso tutte le forze dell'evangelizzazione cattolica vengono spese solamente nello stretto raggio dei nostri quartieri, cercando di portare più gente possibile in Chiesa, facendo anche a gara con la Parrocchia confinante. E nel mondo?
Che venga data a tutti la possibilità di scegliere o meno di seguire Cristo.
domenica 11 novembre 2007
TRANSFORMERS
Cari amici del blog, mi dispiace non aver pubblicato più post da molto tempo, ma il lavoro e la vita non mi hanno dato tregua in questi ultimi mesi.
Riprendo il mio viaggio insieme a voi citandovi un "motto" che mi ha accompagnato durante questo periodo di assenza ed è tratto dal film prodotto da Spielberg ed ispirato ad una serie di cartoni animati e giocattoli del passato: TRANFORMERS, che dal 6 Novembre è uscito anche in versione home-video.
...niente sacrificio ...niente vittoria!
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A molti può sembrare il classico film blockbuster Hollywoodiano, ricco di effetti speciali ma senza alcuna trama e contenuto. Invece per me non è così. Ci troviamo dinanzi ad un film che, oltre a suscitare ricordi della nostra infanzia, coinvolgerci in uno spettacolo di immagini e ritmo incalzante, farci stupire dall'ottima sincronizzazione delle scene con la musica e gli effetti, può dare spunto a molte riflessioni.
- L'eterna lotta tre il bene ed il male.
- L'unione di due razze.
- L'amicizia.
- La salvezza del mondo.
Ma quella che a me ha più colpito è sicuramente la lotta ricca di imprevisti e sacrifici che ha portato poi alla vittoria degli Autobots e della razza umana sui Decepticons.
Alla fine del film Optimus Prime, capo degli Autobots, dice la frase su citata.
A me ha colpito perchè la trovo molto vera e si avvicina poi al gesto che Gesù, rimanendo in tema col blog, ha compiuto per salvare l'intera umanità.
Cosa ne pensate del film, se lo avete visto? e cosa invece della frase che mi ha più colpito?
GUARDA IL TRAILER
sabato 22 settembre 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - DISONESTA RICCHEZZA
Diceva anche ai discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.
Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore.
L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.
So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.
Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo:
Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.
Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.
Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?
E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».
COMMENTO
Sottile questa parabola di Gesù, dove viene esaltata la scaltrezza dei figli di Dio. Molti però potranno chiedersi, come è possibile che Gesù ammette questo comportamento quando l'amministratore per accaparrarsi le simpatie dei debitori intacca i beni del suo padrone? Ossia i debitori devono qualcosa al padrone e lui "fa il bello" scontandogli il debito, di merce e valori che non sono i suoi.
In effetti è vero, leggendo la parabola è un ragionamento molto egoistico quello che fa l'amministratore.
Tutto però acquista il giusto significato se si è a conoscenza degli usi di quel tempo e di quel popolo, l'amministratore che doveva prendere i valori atti a saldare i debiti che la gente aveva nei confronti del suo padrone, prendeva la sua parcella chiedendo merce in più ai debitori. Ciò che era in più lo prendeva per se, estinguendo, contemporaneamente, il debito per il suo padrone. Quindi, in effetti, chiedeva di più del dovuto...
Ecco che adesso è chiaro il tutto, l'amministratore elimina dai debiti il suo guadagno, qui sta la scaltrezza di cui parla Gesù.
Affinche l'amministratore possa essere accolto da qualcuno a casa sua, rinuncia ai suoi beni, alle sue ricchezze, ai suoi guadagni. Non si possono servire due padroni...
domenica 9 settembre 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Essere Suoi discepoli
Luca 14,25-33
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo:
Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?
Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
COMMENTO
Già la prima frase del vangelo di quasta settimana mi fa molto riflettere, molta gente andava con lui. Era facile seguire Gesù a quei tempi, era un "rivoluzionario", un maestro, portava un vento di novità, compiva prodigi, guariva i malati, incantava con le sue predicazioni, intratteneva con le sue parabole, emanava un grido di speranza, molta gente andava con lui. Ma quanti di quelli che lo seguivano sarebbero diventati suoi veri discepoli? Avrebbero avuto la forza di annullare se stessi per seguirlo? Penso ben pochi... Anche Gesù si rende conto di questo e voltatosi indietro, in un certo senso, bloccando il suo cammino, fermandosi, sente di attuare un "cernita"... O meglio non è lui che la attua ma avviene automaticamente dopo le sue dure e severe parole. Dure e severe, quanto vere. Gesù sa che chi rimane ancora legato ad altri affetti, ai beni materiali, alle sicurezze quotidiane, al proprio egoismo non può camminare con lui. E' chiaro e rivolge tali parole a tutta la folla che era alle sue spalle.
Se non avviene l'annullamento di se stessi, se non svuotiamo la nostra mente ed il nostro cuore dai falsi idoli, difficilmente riusciremo a vedere la vera strada da percorrere, certo non è tutto oro ciò che luccica, bisognerà caricarsi la croce, soffrire per ogni rinuncia e distacco da attuare ma se siamo cosapevoli che Gesù cammina con noi allora nulla risulterà impossibile...
Il Vangelo non ci dice quanti della folla tornarono indietro e quanti invece decisero di prendere la croce che Gesù gli ha offerto, tecnica usata affinchè l'interrogativo fatto alla folla del vangelo passi al lettore, la scelta spetta a noi, oggi come ogni giorno., con la consapevolezza che a camminare non siamo mai soli, che la croce di sicuro non la portiamo da soli.
martedì 4 settembre 2007
IL ROSARIO - detto da un "autore"
"Meditare i misteri, meditare la vita di Gesù ci porta ad una tale pace ed ad una tale gioia da fare impazzire Satana.
E’ vero che tante volte il nostro Rosario si riduce a ben povera cosa, perché la mente si perde dietro tante distrazioni e allora verrebbe voglia di rinunciare . Invece né vale sempre la pena!
Pensate a questa scenetta : nei giardini pubblici un bambino raccoglie dei fiorellini nel prato e la mamma seduta sull’erba lo segue con lo sguardo affettuoso. Il bambino con i fiori vuole fare un bel mazzetto per la mamma e li conserva sul grembiulino , ma non si accorge che avendoli messi da una parte gli cadono dall’altra.
Cosi’, quando tutto orgoglioso si reca dalla mamma per dare il suo dono, si accorge che i fiori sono scomparsi. Il bambino allora guarda la sua mamma tutto mortificato, ma lei ha già capito tutto.
Si alza raccoglie i fiori sparpagliati sul prato e prende il bimbo sulle ginocchia, fa un mazzetto e sta per renderlo al bimbo, quando lui le dice : No mamma, sono per te!
La mamma allora pavoneggiandosi, si attacca il mazzetto sul seno.
Con quale impeto di gioia quella mamma si è messa a recuperare i fiori raccolti dal suo piccolo e creduti per un momento dispersi…
E allora perché non pensare che possa fare altrettanto per noi quell’altra Mamma?
Perché allora rinunciare a recitare il Rosario?"
Voi che ne dite?
http://www.stefanojurgens.com/Consigli.asp
giovedì 30 agosto 2007
domenica 26 agosto 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - La porta stretta
Luca 13,22-30
risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. 26Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! 28Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi".
Chiara frecciatina che Gesù, attraverso questa parabola, manda ai farisei ed ai pii ebrei che chiedono l'esclusiva del Regno di Dio. Forse lo pretendono perchè primi adempienti della Parola di Dio, ma Gesù li spiazza chiamandoli operatori di iniquità. Tutti, da oriente ad occidente, da nord a sud, abbiamo la possibilità di banchettare con Lui, e non è detto che il più vicino, sia il primo invitato alla mensa. Anzi la porta è stretta ed alcuni degli ultimi saranno i primi...
Con ciò voglio sottolineare che la sicurezza di entrare per quella porta, di trovarla aperta è continuamente messa in discussione, quindi ai più vicini bisogna ricordare: attenzione, proprio voi avete maggiori responsabilità di fronte a Dio, perchè molto stretto è il rapporto con Dio; e ai lontani : non temete anche per voi c'è la possibilità di entrare nel Suo Regno, la porta è stretta si, difficile da superare, ma non impossibile.
mercoledì 22 agosto 2007
SVEGLIATI DA DIO
Nel dramma della fede si inserisce un elemento misterioso: l'intervento di Dio.
Dopo questo intervento, fatto "senza di noi", Dio ne opera altri, ma "con noi" cioè con la nostra libera collaborazione.
A svegliarci dormiemti, è stato lui solo; a scendere dal letto, tocca a noi, anche se bisognosi, nello scendere, di altri suoi interventi.
Papa Luciani
domenica 19 agosto 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Fuoco sulla terra
Lc 12,49-53
C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
D'ora innanzi in una casa di cinque persone
si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
mercoledì 15 agosto 2007
MARIA, ASSUNTA IN CIELO
DEIPARAE VIRGINIS MARIAE
PROPOSTA DI DEFINIZIONE DEL DOGMA DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Poiché il popolo cristiano non ha mai cessato di invocare e di sperimentare l'aiuto della santissima Vergine Madre di Dio, così l'ha in ogni tempo venerata con crescente devozione. E poiché, d'altra parte, l'amore, quando sia sincero e profondo, tende, per sua natura a palesarsi con sempre nuove dimostrazioni, i fedeli hanno fatto a gara, attraverso i secoli, nel dare prove di pietà, ognor più ardente, verso la stessa Regina del Cielo. È questo, a Nostro avviso, il motivo per cui già da lungo tempo sono affluite alla Santa Sede numerose istanze - quelle pervenute dal 1849 al 1940 sono state raccolte in due volumi, opportunamente commentate e poi di recente stampate - da parte di cardinali, di patriarchi, di arcivescovi, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, associazioni, università e di innumerevoli privati; i quali tutti supplicano che sia definita e proclamata, come dogma di fede, l'assunzione corporea della beata Vergine Maria in Cielo. E nessuno certo ignora che ciò fu chiesto, con fervidi voti, anche da quasi duecento padri del concilio Vaticano.
Ma Noi, che abbiamo il mandato di difendere e di sviluppare il regno di Cristo, abbiamo nello stesso tempo la continua preoccupazione e il vigilante dovere di tener lontano tutto ciò che al medesimo regno si oppone, e di assecondare ciò che lo può favorire. Per tale ragione, fino dall'inizio del Nostro pontificato, si presentò al Nostro più attento esame la questione, se fosse lecito, conveniente e utile incoraggiare, con la Nostra autorità, le suddette istanze. E a questo scopo non tralasciammo né tralasciamo ora di levare insistenti preghiere a Dio, affinché ci voglia chiaramente manifestare, a questo proposito, i disegni della sua sempre adorabile benignità.
Al fine di impetrarci il dono dei lumi celesti, vogliate, venerabili fratelli, in pia gara, unire le vostre alle Nostre suppliche. Ma mentre a ciò paternamente vi esortiamo, seguendo il metodo dei Nostri predecessori e specialmente di Pio IX, quando era per definire il dogma dell'immacolata concezione di Maria, vi preghiamo caldamente a volerci informare quale sia la devozione del vostro clero e del vostro popolo - in proporzione della loro fede e della loro pietà - verso l'assunzione della beatissima Vergine Maria. In particolare desideriamo ardentemente di sapere se voi, venerabili fratelli, nella vostra dottrina e prudenza, riteniate che si possa proporre e definire come dogma di fede l'assunzione corporea della beatissima Vergine, e se ciò sia desiderato anche dal vostro clero e dal vostro popolo.
In attesa delle vostre risposte - che ci saranno tanto più gradite quanto più saranno sollecite - invochiamo sopra di voi, venerabili fratelli, e sopra i vostri fedeli, insieme con l'abbondanza dei divini favori, la protezione della soccorritrice ed eccelsa Vergine Maria; e di gran cuore impartiamo a voi ed al vostro gregge, quale pegno della Nostra benevolenza l'apostolica benedizione.
Roma, presso San Pietro, 1° maggio 1946, anno VIII del Nostro pontificato.
PIO PP. XII
domenica 12 agosto 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Maggiori responsabilità
35Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! 39Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". 41Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". 42Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con vigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà
disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
COMMENTO
E' abbastanza chiaro il messaggio che Gesù vuole darci attraverso queste due parabole.
Nella prima ci invita ad essere sempre ad essere pronti quando arriverà il momento della morte. Qui abbiamo un invito ad essere sempre retti e puri di cuore, perchè non si sa quando il momento del giudizio verrà e quindi non bisogna farsi cogliere impreparati.
Ma quella che più mi ha fatto riflettere è la seconda ed in particolar modo la domanda di Pietro che fa da passaggio da una parabola all'altra.
SIGNORE, QUESTA PARABOLA LA DICI PER NOI O PER TUTTI?
Sarò stato forse condizionato dagli ultimi episodi di cronaca che riguardano alcuni sacerdoti, sarà un messaggio che Gesù vuole dare al mondo intero in questi tempi difficili, ma qui ci vedo un chiaro monito ai sacerdoti cattolici e coloro che sono responsabili di comunità in generale (non solo nella cattolicità).
Pietro è colui al quale, secondo la tradizione, è stata affidata la guida della prima comunità, della Chiesa nascente.
Lui pone una domanda molto chiara, ponendo una distinzione netta tra LORO e TUTTI.
Il farsi trovare pronti, quindi, è qualcosa che riguarda prettamente chi ha seguito Gesù fin dall'inizio, chi gli è stato vicino e ha dedicato la sua vita completamente a lui, lasciando tutto? o riguarda tutti?
Pietro attua questa distinzione e Gesù risponde in modo molto chiaro: tutti devono farsi trovare pronti nel momento della sua venuta, soprattutto poi coloro che hanno avuto un esperienza particolare ed intima con lui.
A loro sarà chiesto di più.
A loro saranno dati castighi maggiori se non si faran trovare pronti.
oggi direi: questo monito vale per i sacerdoti o per tutti?
La risposta di Gesù non cambia, ovviamente...
domenica 5 agosto 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA- Il principe ed il povero
COMMENTO
Mi ha sempre affascinato questa storia, l'ho sentita raccontare tante volte ed ho visto molti film e cartoni animati che si riferivano ad essa. Così, anche a questa età, ho deciso di leggere il romanzo, certo che c'era molto di più della semplice favoletta.
In effetti è così!!!
Il testo non è assolutamente un libro solo per ragazzi, ma una descrizione della vecchia Europa aristocratica ed antidemocratica dove era marcata l'enorme differenza di tenore di vita tra aristocratici e la gente comune.
Questo romanzo, che bene o male tutti lo conoscono almeno per sommi capi, racconta uno scambio tra il sovrano ed il suo suddito, dove il ricco vive una terribile esperienza tra i poveri ed il povero invece una bella tra i ricchi. Ne uscirà una descrizione delle enormi defferenze delle classi sociali del tempo e come la gente comune era costretta a vivere, nella povertà, nella fame e nelle ingiustizie.
Trasportando la morale del romanzo ai giorni nostri, dove non esiste più ormai l'aristocrazia, essa può farci riflettere sulla differenza tra i ricchi ed i poveri, da come il mondo di oggi è fondato sul denaro. Tutto gira intorno ad esso.
Ecco che appare il collegamento col brano su citato, dove è chiaro l'idea di Gesù sugli averi materiali.
A cosa serve affannarsi durante una vita intera, a raccimolare soldi, quando tutti prima o poi dobbiamo lasciarli?
Esistono in natura due tipi di animali, quelli che immediatamente mangiano il cibo trovato ed altri che invece ne fanno una provvista. Così avviene anche tra gli uomini. Beh, è saggio lavorare per vivere e conservare per avere un po' di sicurezza nei giorni di difficoltà, ma ogni buona abitudine umana degenera, e l'avaro accumula per passione, non per bisogno.
Non è che il denaro gli serve, è lui che serve il denaro. Bisognerebbe raggiungere una sorta di equilibrio, altrimenti si perde anche il valore della vita e non ci si riesce più a godere nulla di ciò che si possiede.
L'unica vera sicurezza è la Provvidenza divina... (Se si continua a leggere il vangelo nei versettu successivi a questo è ben spiegato il senso di questa frase)
RIFLESSIONI
Non lasciamo che il denaro diventi per noi idolo, è importantissimo, aiuta sicuramente a vivere meglio, ma attenzione a non esserne schiavi. Forse proprio il senso di libertà che tanto si cerca attraverso la ricchezza viene annullato dalle catene che la schiavitù dei beni comportano.
Un pensierino va sempre a chi ha meno di noi...
San Giovanni Crisostomo diceva che nell'eternità vale una sola moneta, la CARITA'.
Cerchiamo di scambiare la valuta dei nostri beni con l'amore, donando i nostri averi a chi ne ha più bisogno, l'uomo si porterà di là solo quello che ha regalato al prossimo, il suo tesoro nel cielo. (San Giovanni Crisostomo)
lunedì 30 luglio 2007
NELLA STANZA 26 - NEK
Se fino ad adesso abbiamo parlato teoricamente, sempre con l'aiuto del cinema e delle canzoni, di come è possibile cambiare strada e tornare a Dio, ora presento una testimonianza concreta attraverso una bella e toccante canzone:
Nella stanza 26.
In questa nuova canzone, Nek racconta proprio un cambiamento di direzione.
Quell’insegna al neon
dice si poi no
è l’incerto stato d’animo che hai
non ce la fai
ma dagli uomini
che ti abbracciano
e ti rubano dagli occhi l’allegria
non puoi andar via
non puoi andar via
se le lacrime
ti aiutassero
butteresti via il dolore che ora c’è
è dentro di te
Nella stanza 26
tra quei fiori che non guardi mai
dove vendi il corpo ad ore dove amarsi non è amore e sdraiandoti vai via da te
nella stanza 26
dove incontri sempre un altro addio
che ferisce il tuo bisogno d’affetto in quel breve contatto che non c’è
L’uomo che non vuoi
l’uomo che non sai
sta bussando alla tua porta già da un po’
ma non gli aprirai
come rondini
imprendibili
vanno liberi da un corpo stanco ormai
i pensieri che hai
Nella stanza 26
tra quei fiori che non guardi mai
se ti affacci vedi il mare ricominci a respirare poi ti perdi nella sua armonia
e hai il coraggio di andar via via da un mondo sporco che non vuoi
via da un bacio che non ha tenerezze che non sa di carezze
e cammini lungo il mare nel suo lento respirare tu sei parte di quel tutto ormai
Nella stanza 26
metti un fiore tra i capelli tuoi
mentre l’alba nuova ti viene incontro
nel profumo del vento
Nella stanza 26
NEK: "Una ragazza dell'est mi ha scritto raccontandomi la sua triste vita: giunta in Italia carica di speranze, è stata costretta a prostituirsi per mantenere la sua famiglia. La lettera era anonima e lei non mi ha più scritto. Aveva solo bisogno di sfogarsi e condividere per un attimo il suo dramma. Ho sentito dentro di me, in quanto cantante e comunicatore, la necessità di raccontare questa storia".
Il cambiamento lo si può notare nel ritornello, dove nella prima volta vengono descritti situazioni e sentimenti negativi, come vendere il corpo ad ore, dove amarsi non è amore, dove l'addio del cliente ferisce il bisogno d'affetto della ragazza. Nel secondo invece le immagini sono completamente opposte, si evince la grande voglia di libertà ispirata dalla vista del mare, il ricominciare a respirare, ed il nascere del coraggio di cambiare strada, di andare via da quella stanza, da quel mondo sporco.
Ed indovinate un po chi vedo in quell'alba nuova che va incontro alla ragazza?
Si, come il padre misericordioso che corre incontro al figlio pentito ritornato, così Dio accoglie coloro che decidono di tornare a Lui, di cambiare strada e trovare la vera felicità.
Che ne pensate?
domenica 29 luglio 2007
Lc 11,1-13
1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". 2Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione". 5Poi aggiunse: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. 9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!".
CONTESTO
Prosegue il racconto del vangelo di Luca che dopo aver narrato i due modi di vivere di un cristiano, sottolineando l'importanza dell'amore per il prossimo e l'amore per Dio attraverso l'ascolto della sua parola e la preghiera.
Ecco che sorge una domanda: come si prega? Signore insegnaci a pregare...
COMMENTO
Gesù risponde attraverso la struttura principale della preghiera ebraica, molti salmi e molte preghiere antiche e di conseguenza anche quelle delle prime comunità cristiane, molti rituali liturgici, hanno questa struttura, dove nella prima parte avviene una lode di Dio e delle sue opere meravilgiose che ha compiuto e compie quotidianamente, poi nella seconda parte c'è la richiesta.
La preghiera del Padre Nostro infatti si può dividere in due parti,
la prima dove è chiara la lode a Dio:
- sei nei cieli
- sia santificato il tuo nome
- venga il tuo regno
- sia fatta la tua volontà
la seconda invece è fatta di richieste, quattro come sono le lodi:
- dai a noi il pane quotidiano
- rimetti i nostri debiti
- non farci entrare in tentazione
- liberaci dal male
La differenza principale dalla preghiera che incontramo di continuo nel vecchio testamento sta proprio nel primo termine.
La differenza è nel modo di concepire Dio.
Gesù si rivolge a Dio chiamandolo PADRE.
RIFLESSIONI
Scommetto che il 99% delle volte, nelle nostre preghiere dimentichiamo la parte della lode a Dio.
Purtroppo accade spesso che ci ricordiamo di Dio solo nei momenti di bisogno ed ecco che parte la nostra richiesta...
La preghiera completa è fatta da entrambi gli elementi su indicati, ambedue importantissimi e correlati.
La preghiera è dialogo, è ascolto della Parola di Dio e rispsta con quella dell'uomo.
domenica 22 luglio 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Ora et labora
38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". 41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".
questa volta il contesto è molto importante perchè Luca pone questo episodio della vita di Gesù dopo la parabola del buon samaritano, poi scopriremo perchè.
COMMENTO
Due sono le principali interpretazioni che sono state fatte su questo brano, la prima più classica e va per la maggiore, la seconda un po meno ma molto interessante.
- è classico il commento a questo brano che vede in Marta e Maria i due aspetti principali e fondamentali dell'essere cristiani, ossia il lato contemplativo e quello apostolico.
Marta con il suo preoccuparsi del servizio rappresenta chi in modo attivo matte in pratica la parola di Dio, mentre Maria, invece, rappresenta il silenzio contemplativo, l'ascolto della Parola, la preghiera.
E' chiaro cosa Gesù preferisce...
- a me piace invece quest'altra riflessione: Marta con il suo affannarsi nei servizi rappresenta chi si rende schiavo delle cose umane che, a loro volta, non ci consentono di ascoltare il grande mistero di Dio che ci circonda.
Inoltre, Luca non a caso pone qui questo episodio, immediatamente dopo alla parabola del buon samaritano. Come si evince dalla parabola affinchè si erediti il regno di Dio bisogna amare il prossimo. Prima "regola" fondamentale è la testimonianza della amore di Dio attraverso il nostro amore operoso nei confronti degli altri.
Poi avviene una sorta di bilanciamento dove si da maggior importanza all'ascolto e la contemplazione.
A differenza da come sembra, in questo modo, non traspare una scala di valori e l'amore del prossimo è equivalente a quello di Dio, l'uno senza l'altro non ha ragion d'essere.
Non si può testimoniare il vangelo se non lo si ascolta e non lo si può ascoltare e basta, senza metterlo in pratica.
RIFLESSIONI
Possiamo riflettere su come viviamo, di quanto il nostro lavoro, i nostri affanni, il nostro fare tolgono sempre più spazio al silenzio, all'ascolto ed alla contemplazione.
Presi dalle cose mondane abbiamo perso l'abitudine di ascoltare, il nostro è un fare, fare e soltanto fare, un continuo preoccuparsi del guadagno e del vivere bene che non lascia alcun spazio alle "cose" divine.
sabato 21 luglio 2007
Perchè si muore?
Esso è scritto da Abbè Pierre, nato nel 1912 a Lione, si è fatto frate cappuccino all'età di 19 anni, contro la volontà dei suoi genitori, e poi è stato eletto deputato al parlamento francese dove ha molto sostenuto la legge contro l'obiezione di coscienza.
Ha fondato la comunità Emmaus, presente oggi in molte parti del mondo che attraverso i suoi aiuti umanitari e spirituali va in aiuto dei più deboli e dei sofferenti.
Il libro di intitola: "Cos'è la vita? e perchè si muore? ... spiegato ai bambini"
Non è come sembra un testo soltanto per bambini, la sua semplicità con la quale è scritto fa cogliere più facilmente gli argomenti trattati, argomenti non sempre facili da spiegare e da capire, ossia il rapporto tra la vita e la morte.
L'Abbè Pierre, rispondendo alle domande di bambini e fanciulli intesse con loro un fitto dialogo e, attraverso riflessioni, ricordi ed esperienza vissute, parla del mistero più grande, dinanzi al quale l'uomo si scopre impotente.
Si parla tra l'altro anche delle varie manifestazioni della morte come il suicidio, le morti violente, le guerre e le piaghe sociali.
Chi puù interessare l'argomento glielo consiglio vivamente.
Il libro e tutta la discussione si conclude con queste parole che riassumono l'intero testo:
"Nel momento della morte, quando arriverai presso Dio, sentirai queste parole...
ho avuto fame e mi hai dato da mangiare,
ero solo, e mi hai visitato,
ero nudo e mi hai vestito,
ho avuto fame, e non mi hai dato da mangiare,
ero solo e non mi hai visitato,
ero nudo e non mi hai vestito.
Allora capirai questo:
Quel che hai fatto,
o che non hai fatto ai più piccoli degli uomini,
è a me che l'hai fatto o che non l'hai fatto"
domenica 15 luglio 2007
ENYA - EXILE: una strada verso casa...
Continua il nostro viaggio verso la categoria bibblica della CONVERSIONE con l'aiuto dei media.
Quando scatta in noi la voglia di tornare verso Dio? di effettuare una versione ad U e percorrere la strada inversa?
La maggior parte delle volte avviene quando si tocca il fondo. Quando tutto ci sembra andare storto, quando cadiamo nel buio più completo e le nostre forze, da sole, non possono risollevarci.
E proprio in questi momenti non ci resta altro da fare che cercare la vera Luce, ritrovare il giusto sentiero e provare a ripercorrerlo. Non ci resta altro da fare che tornare indietro, che svoltare e cambiare strada.
Nell'Antico Testamento molto spesso troviamo gli ebrei che, in un momento terribile della loro vita, cercano la conversione. Mi viene in mente, per esempio, il periodo del loro esilio.
Nel libro delle Lamentazioni troviamo scritto:
"Ricordati, Signore, di quanto è accaduto, guarda e considera il nostro obbrobrio. La nostra eredità è passata a stranieri, le nostre case a stranieri. [...] Perchè ci vuoi dimenticare per sempre? Ci vuoi abbandonare per lunghi giorni? Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo". (Lam 5,1-22)
Qui il popolo ebraico chiede con insistenza a Dio di farli ritornare in patria, dopo il lungo e difficile esilio che stan vivendo. Qui il popolo tocca il fondo e sa che se tornerà a Dio esso potrà tornare a Sion.
Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo.
Ci troviamo di fronte ad un raddoppiamento verbale che esplicita il desiderio degli ebrei di ritornare a Sion, cioè la conclusione dell'esilio, e di ritornare a DIo, cioè la conversione.
Questo passo mi fa ricordare una canzone della cantante più magica e speciale, come la terra dalla quale proviene, che io conosca: Enya.
Exile
Cold as the northern winds
in December mornings,
cold is the cry that rings
from this far distant shore.
Winter has come too late,
too close beside me.
How can I chase away
all these fears deep inside?
I'll wait the signs to come.
I'll find a way.
I will wait the time to come.
I'll find a way home.
My light shall be the moon
and my path - the ocean.
My guide the morning star
as I sail home to you.
I'll wait the signs to come.
I'll find a way.
I will wait the time to come.
I'll wait a way home.
Who then can warm my soul?
Who can quell my passion?
Out of these dreams - a boat.
I will sail home to you.
TRADUZIONE
Esilio
Freddo come i venti del nord
nelle mattine di dicembre,
freddo è il pianto che risuona
da questa lontanissima spiaggia.
L'inverno è arrivato troppo tardi,
troppo vicino a me.
Come posso scacciare
tutte queste profonde paure?
Aspetterò i segni per tornare.
Troverò una strada.
Aspetterò il momento per tornare.
Troverò una strada verso casa.
La mia luce sarà la luna
ed il mio sentiero - l'oceano.
La mia guida la stella del mattino
mentre navigo verso casa da te.
Aspetterò i segni per tornare.
Troverò una strada.
Aspetterò il momento per tornare.
Troverò una strada verso casa.
Chi allora può scaldare l'anima mia?
Chi può calmare la mia passione?
Fuori da questi sogni - una nave.
Navigherò verso casa da te.
Ascolta e vedi il video della canzone, tratto dal film al quale fa da colonna sonora: "Pazzi a Beverly Hills"
Con questa sua canzone, intitolata appunto Exile, Enya sembra dar voce al popolo ebraico che desidera, nell'inverno della sua storia, in un isola arida e deserta, trovare una strada verso casa, una strada per tornare indietro, una strada che porti a Dio.
Non solo questi versi possono rispecchiare le parole degli ebrei, ma possono diventare preghiera di chi, ormai senza alcuna possibilità ha raggiunto il baratro della sua esistenza e vuole risalire, vuole cambiare direzione, tornare indietro, effettuare una versione ad U, in una parola convertirsi.
Possiamo riflettere su tutti quei momenti bui della nostra vita ed accorgerci che proprio in quei momenti abbiamo cercato di riavvicinarci a Dio nuovamente...
sabato 14 luglio 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Il buon Samaritano
29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". 30Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede
all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". 37Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".
CONTESTO
Dopo che Gesù invita i suoi discepoli a predicare la venuta del Regno di Dio, Gesù, rispondendo ad un dottore della legge che chiedeva come ereditare il regno dei cieli, racconta una parabola, una di quelle fra le più note che troviamo nei vangeli. Quella del buon samaritano.
COMMENTO
La parabola che Gesù racconta è molto chiara, amare il prossimo consiste nell'aiutare l'emarginato e chiunque soffre per qualsiasi genere di dolore. (COMPATIRE etimologiacente significa "patire con", condividere il proprio dolore, farsi carico del dolore dell'altro, soffrire insieme alleviando le pene...)
Quello che mi colpisce ogni volta che la leggo è l'aria antirituale che si respira nel racconto: il sacerdote ed il levita, rappresentanti ufficiali dell'amore di Dio nella struttura religiosa israelita, non si lasciano commuovere dal bisogno di aiuto dell'uomo che han trovato per srtada.
Il loro stesso atteggiamento dimostra che quell'amore di Dio che essi rappresentano è una menzogna e che tutta la loro esistenza religiosa è falsa.
Con questa parabola quindi, oltre a spiegare come vivere il regno di Dio ed amare il prossimo, Gesù attacca anche le istituzioni religiose del tempo, che, non sono coerenti con ciò che rappresentano.
RIFLESSIONI
Viene spontaneo proiettare quest'attacco di Gesù alle istituzioni religiose ebraiche a quelle cattoliche di oggi. Sempre più si nota la forte contraddizione tra ciò che si predica e ciò che in realtà si vive.
Penso proprio che questo fattore sia importante. Chiunque testimoni il vangelo lo deve fare anche attraverso la sua vita.
Non basta predicare quindi, coloro che seguono Cristo devono anche vivere ciò che predicano. Anzi sono proprio i fatti a rendere credibili le parole.
Che ne pensate?
domenica 8 luglio 2007
INFERNO - Una libera scelta
Inizio col ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio, presente nel post di Sabato 23 Giugno 2007, il risultato è evidente:
la maggior parte di voi pensa che l'Inferno esista e che non sia vuoto.
si e penso sia vuoto - 1 Voti (8% del totale)
si e penso non sia vuoto - 12 Voti (92% del totale)
non esiste - 0 Voti (0% del totale)
non so - 0 Voti (0% del totale)
- Alcune tesi riguardo la misericordia infinita di Dio lasciano presupporre che l'inferno, o "luogo" dell'assenza di Dio, sia vuoto, visto che al momento del giudizio Dio, infinitamente buono, decide di perdonare tutti i peccatori e lasciarli andare tutti in Paradiso.
- Altre, invece, pensano che l'inferno esista e nello stesso tempo è possibile che ci sia qualcuno, perchè Dio è giuto giudice ed elargisce premi ai buoni e condanna, invece, i cattivi.
Di solito si parla di inferno come luogo, ma lo si fa inopportunamente, in realtà non lo è, in realtà non lo si può neanche descrivere con categorie umane, ma ci si può avvicinare descrivendolo come una sorte di stato, come tra l'altro è il Paradiso. Se il Paradiso è lo stato dove si è con Dio, l'inferno è il contrario: ossia l'esistenza eterna senza Dio.
Direi di dimenticarci la visione dantesca e tradizionale dell'Inferno come luogo di pene e sofferenze, esso è l'opzione che l'uomo, alla fine della sua vita terrena, può scegliere nella sua libertà. Elisabetta, nel suo commento ha detto bene, Dio ha creato l'uomo libero e questa libertà è piena anche dopo la morte, quindi egli può scegliere di vivere l'eternità con o senza Dio.
Quindi anche il peccatore più incallito, se alla fine della vita si pente e decide di contemplare Dio per sempre, verrà perdonato. Se invece egli vorrà continuare a vivere l'eternità come ha vissuto il tempo terreno, sarà libero di farlo.
Ecco perchè si presuppone che l'inferno non sia vuoto, almeno non per scelta di Dio.
sabato 7 luglio 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Missione
CONTESTO
Gesù, in cammino verso Gerusalemme, dopo aver dettato "regole" sulla condizione di sequela (come raccontato nel vangelo della settimana scorsa Lc 9,51-62), pensa sia il caso di raccogliere i frutti che Egli stesso ha seminato durante questo periodo di predicazione.
Sceglie tra i suoi 72 discepoli e li manda a predicare ciò che hanno imparato. La missione è andata a buon fine, visto che i discepoli tornano pieni di gioia.
COMMENTO
- Gesù da solo non può compiere la sua missione, ha bisogno dei suoi discepoli, affinchè la maggior parte delle persone possano essere avvertite che il Regno di Dio stà per arrivare. Anche dopo la sua morte chiederà ai suoi dicepoli di annunziare il Vangelo.
- Gesù vuole che tali messaggi siano portati in pace, senza forzature ne violenze, nel pieno rispetto della libertà degli altri.
RIFLESSIONI
Compito e missione di ogni discepolo di Gesù è quello di annunciare il Vangelo.
Interroghiamoci se realmente lo facciamo.
Tra l'altro non c'è bisogno di andare casa per casa, possiamo anche farlo nelle nostre situazioni quotidiane nelle quali viviamo: in famiglia, al lavoro, in palestra, al bar, tra gli amici.
Ma, come deve essere questo annuncio?
Beh, sicuramente non invadente.
Il nostro compito è quello di annunciare, non convincere.
Basta gettare un seme, poi, se atterra su un terreno fertile e sarà irrigato, esso porterà frutto.
domenica 1 luglio 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Seguimi
Lc 9,57-62
CONTESTO
Gesu è nel pieno della sua missione pubblica e decide che è arrivato il momento di dirigersi verso Gesusalemme.
Con decisione Gesù inizia il suo cammino e durante il viaggio non gli mancano occasioni in cui invitare la gente a seguirlo.
In questo brano, che si colloca tra l'altro proprio prima della scelta dei settantadue discepoli e della loro missione di predicazione a due a due, troviamo tre personaggi e tre inviti alla sequela di Gesù con i rispettivi tre "modus vivendi" tipici di chi lo segue.
COMMENTO
Oggi direi di analizzare questi tre incontri che Gesù fa durante il cammino per Gerusalemme.
- Nel primo, che si differisce dagli altri due successivi, in quanto non è Gesù che invita ma è lo stesso personaggio che lo fa, pronto a seguirlo ovunque egli vada, troviamo la prima condizione alla quale chi vuole seguire Gesù deve sottostare: l'incertezza, intesa come mancanza di sicurezze. Seguire Gesù significa lasciare tutte le proprie certezze, i propri appoggi, i propri punti fermi, la pripria casa. Essere pronti a cambiare la propria vita, le proprie tradizioni, le proprie abitudini, essere pronti a tutto!!!
- Nel secondo incontro è Gesù che dice ad un nuovo personaggio: "seguimi", ma ecco che l'invitato pone una condizione, "prima però..." Qui sembrerebbe crudele la condizione che Gesù pone a colui che ha incontrato, ma se analizziamo la cultura ebraica dei tempi di Gesù ci rendiamo conto che non lo è poi tanto. Qui Gesù non sminuisce il valore ed il culto dei morti, perchè, al momento della morte, tutti i parenti dovevano essere presenti nell'atto del seppellirlo, perchè era proprio quello il momento in cui si dividevano le eredità del defunto. Quindi con questa affermazione Gesù vuole porre questa condizione, chi vuole seguirmi deve sapersi distaccare dalle cose materiali, dai beni, dalle ricchezze che allontanano sempre più il cuore da Dio.
- L'ultimo personaggio che Gesù incontra è colui che prima di iniziare a seguire Gesù vuole salutare i parenti, letteralmente dal greco, "permettimi di dire addio a quelli di casa mia". Nuova condizione è il riuscire ad allontanarsi da tutti quelli affetti che imprigionano l'essere umano e non lo lasciano libero di amare tutti. Bisogna distaccarsi dagli amori esclusivi ed egoistici, da quelli che vorrebbero tutto il nostro amore solo per loro. Questo non permetterebbe a chi vuole seguire le orme di Gesù di amare tutti nella libertà e senza distinzioni, come Egli ha fatto.
RIFLESSIONI
Significativo è il fatto che il testo non accenna minimamente alla scelta conclusiva che questi tre personaggi han fatto. L'autore del testo così rimanda al lettore la scelta. Questo è quanto è da fare se si vuole seguire realmente Gesù, noi cosa facciamo?
sabato 30 giugno 2007
VIAGGIO CON IL CINEMA
E SILVER SURFER
Beh, ovunque si possa prendere spunto per parlare della e sulla fede è qui ben accetto. Ecco che, la cinematografia può diventare un punto di partenza per delle belle ed intense riflessioni.
Inizio con un film non molto impegnativo e che da poco tempo cavalca la pol position delle classifiche italiane e mondiali. Parlo di "I FANTASTICI 4 E SILVER SURFER". Beh, è il classico bel film ricco di effetti speciali e con supereroi, ma mentre lo guardavo mi ha fatto riflettere su un argomento che ho già trattato in un blog due settimane fa (CAMBIO DIREZIONE - CONVERSIONE)
SCHEDA DEL FILM
- Cast
- Beau Garrett, Andre Braugher, Gonzalo Menendez, Kerry Washington, Doug Jones, Chris Evans, Michael Chiklis, Jessica Alba, Ioan Gruffudd
- Regia
- Mary e. vogt Ercole, Tim Story
- Generi
- Azione, Fantasy, Avventura, Fantascienza
- Distribuito da
- 20TH CENTURY FOX ITALIA
VALUTAZIONE PERSONALE DEL FILM
Film sttrepitoso dal punto di vista degli effetti speciali anche se la sceneggiatura ed i dialoghi sono un po scarsi. Ha qualche episodio che fa collegare il film ad una commedia brillante ma il punto forte è sicuramente l'uso dei poteri speciali e la classica lotta tra buoni e cattivi, dove i protagonisti dovranno difendere nuovamente il pianeta da minacce straniere. Per chi piace il genere non può perderselo.
VIAGGIO NELLA FEDE
Quello che mi ha fatto riflettere è il fatto che Silver Surfer, incaricato di distruggere la Terra cambierà direzione, ossia attuerà una conversione, un tornare indietro e distruggere chi voleva annientare la Terra, dopo aver assistito ad un gesto d'amore che Sue (Jessica Alba) è costretta a fare per difendere l'amico, a prezzo della sua stessa vita.
Può sembrare blasfemo il paragone ma avviene proprio così con Gesù, si trova la forza di cambiare direzione per andare verso Dio e verso il prossimo, proprio facendo esperienza e riflettendo sul grande gesto d'amore che ha compiuto sulla croce, morendo per gli altri.
Così come Silver Surfer si è convertito, è passato dal male al bene assistendo al sacrificio di Sue, così il Centurione sotto la croce, vedendo morire Gesù "in quel modo", si converte proclamandolo Figlio di Dio.
Cosa ne pensate?
domenica 24 giugno 2007
VANGELO DELLA SETTIMANA - Nascita di Giovanni
LC 1,57-66.80
59All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". 61Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. 64In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea
si discorreva di tutte queste cose. 66Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.
80Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua
manifestazione a Israele.
CONTESTO
Questo episodio evangelico, molto importante per la storia della salvezza, fa da ponte dal vecchio al nuovo Tesramento, infatti il Battista è da considerare come l'ultimo dei profeti prima della venuta di Gesù, è colui che presenta Gesù alla gente, lo battezza, lega così tutta la storia anticotestamentaria con il nuovo "Logos" incarnato.
Questa nascita si colloca in una storia di sterilità, i genitori di Giovanni erano anziani e sterili, fino a quel momento non avevano avuto alcun figlio. Si può notare il forte parallelismo con la sterilità di Sara che per mezzo dell'intervento di Dio, riesce a dare un figlio ad Abramo. Anche qui Dio entra nella storia del suo popolo e feconda la sua sterilità, dando alla luce chi doveva fungere da precursore alla venuta di suo Figlio.
COMMENTO
Non solo Dio entra nella storia di questa coppia di Israele ma impone che il bambino venga chiamato Giovanni ("Ma l'Angelo gli disse: -Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata accolta: infatti tua moglie Elisabetta darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Giovanni..." Lc 1,13). Dare il nome ha un profondo significato nella cultura ebraica, il nome di una persona ne indica la sua completa identità, in questo caso è Dio stesso a dare il nome al futuro nascituro, dandogli anche la sua futura identità, la sua missione. Zaccaria fu scettico a quelle parole e proprio per questo fu reso muto, situazione che svanirà al momento della presentazione del bambino come si legge in questi versetti.
La mutevolezza di Zaccaria simboleggia che davanti all'intervento di DIo la realtà umana deve tacere, lasciare da parte le obiezioni e superare le resistenza. una volte che l'opera di DIo si è compiuta, una volta che Zaccaria da, come gli era stato imposto, il nome Giovanni al suo bambino, lasciando da parte la tradizione, ecco che ritorna a parlare, addirittura proclamando un canto di lode (1,64).
Dio irrompe nella vita di Zaccaria e Giovanni, fin dalla nascita, portando il nome che Dio ha indicato per lui, si presenta come un eletto che deve compiere la missione che Dio cli ha affidato.
RIFLESSIONI
Siamo predisposti a lasciar che Dio fecondi la nostra vita attraverso l'accettazione della sua Parola?
Dinanzi al suo intervento ci poniamo in un silenzio che ascolta che, poi, a sua volta, sfocia in un cantico di lode?
Dio taglia con il passato, è nata da oggi una nuova era, il bambino si chiamerà Giovanni e non Zaccaria, come vuole la tradizione.
Giovanni ci prepara ad accogliere l'evento che cambierà la storia d'israele, di tutti i popoli e la nostra.
Siamo pronti ad accoglierlo?
Giovanni indica la strada, noi ci lasciamo guidare da lui?
sabato 23 giugno 2007
IL CIRCOLO DANTE
Boston 1865: in un'America appena uscita dagli orrori della guerra di secessione, un gruppo di letterati, tra i quali il poeta Longfellow, ha fondato un circolo per produrre e pubblicare la prima traduzione americana della Divina Commedia. Il comitato direttivo della vicina università di Harvard, protestante e conservatore, tenta in tutti i modi di ostacolare la diffusione delle "superstizioni immorali e papiste" di Dante, che corromperanno l'America quanto gli immigrati che arrivano ogni giorno da oltreoceano. All'improvviso, però, Boston viene insanguinata da una serie di delitti che riproducono i tormenti dell'Inferno dantesco, e solo i membri del Circolo Dante potranno scoprire l'assassino.
COMMENTO
Ben articolato è anche il nesso tra realtà e fantasia tipico dell'autore. Concludendo, per chi ama il genere, ne consiglio la lettura.
RIFLESSIONI
Il libro, basato sulla Divina Commedia, in particolar modo sull'inferno, ci può far riflettere sulla questione escatologica dell'uomo. Ossia cosa c'è dopo la morte?
Questo è un argomento molto complesso che non si può ridurre in poche parole. Ma sicuramente possono scaturire in noi dubbi domande, quali per esempio esiste e cos'è il paradiso o l'inferno. Se esiste l'inferno c'è qualcuno o la somma bontà di Dio ha salvato tutti?
Vi invito a porre tutte le domande che vorrete (non esitate a farlo nei commenti) e magari cercare di trovare insieme una risposta.
In più se ti va esprimi la tua opinione attraverso il sondaggio che appare qui sotto...