13Uno della folla gli disse: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità". 14Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". 15E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". 16Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. 17Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? 18E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. 20Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? 21Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio".
COMMENTO
Non poteva capitare in un momento migliore il vangelo di questa settimana, perchè ho appena finito di leggere il libro di Mark Twain: "Il principe ed il povero".
Mi ha sempre affascinato questa storia, l'ho sentita raccontare tante volte ed ho visto molti film e cartoni animati che si riferivano ad essa. Così, anche a questa età, ho deciso di leggere il romanzo, certo che c'era molto di più della semplice favoletta.
In effetti è così!!!
Il testo non è assolutamente un libro solo per ragazzi, ma una descrizione della vecchia Europa aristocratica ed antidemocratica dove era marcata l'enorme differenza di tenore di vita tra aristocratici e la gente comune.
Questo romanzo, che bene o male tutti lo conoscono almeno per sommi capi, racconta uno scambio tra il sovrano ed il suo suddito, dove il ricco vive una terribile esperienza tra i poveri ed il povero invece una bella tra i ricchi. Ne uscirà una descrizione delle enormi defferenze delle classi sociali del tempo e come la gente comune era costretta a vivere, nella povertà, nella fame e nelle ingiustizie.
Trasportando la morale del romanzo ai giorni nostri, dove non esiste più ormai l'aristocrazia, essa può farci riflettere sulla differenza tra i ricchi ed i poveri, da come il mondo di oggi è fondato sul denaro. Tutto gira intorno ad esso.
Ecco che appare il collegamento col brano su citato, dove è chiaro l'idea di Gesù sugli averi materiali.
A cosa serve affannarsi durante una vita intera, a raccimolare soldi, quando tutti prima o poi dobbiamo lasciarli?
Esistono in natura due tipi di animali, quelli che immediatamente mangiano il cibo trovato ed altri che invece ne fanno una provvista. Così avviene anche tra gli uomini. Beh, è saggio lavorare per vivere e conservare per avere un po' di sicurezza nei giorni di difficoltà, ma ogni buona abitudine umana degenera, e l'avaro accumula per passione, non per bisogno.
Non è che il denaro gli serve, è lui che serve il denaro. Bisognerebbe raggiungere una sorta di equilibrio, altrimenti si perde anche il valore della vita e non ci si riesce più a godere nulla di ciò che si possiede.
L'unica vera sicurezza è la Provvidenza divina... (Se si continua a leggere il vangelo nei versettu successivi a questo è ben spiegato il senso di questa frase)
RIFLESSIONI
Non lasciamo che il denaro diventi per noi idolo, è importantissimo, aiuta sicuramente a vivere meglio, ma attenzione a non esserne schiavi. Forse proprio il senso di libertà che tanto si cerca attraverso la ricchezza viene annullato dalle catene che la schiavitù dei beni comportano.
Un pensierino va sempre a chi ha meno di noi...
San Giovanni Crisostomo diceva che nell'eternità vale una sola moneta, la CARITA'.
Cerchiamo di scambiare la valuta dei nostri beni con l'amore, donando i nostri averi a chi ne ha più bisogno, l'uomo si porterà di là solo quello che ha regalato al prossimo, il suo tesoro nel cielo. (San Giovanni Crisostomo)
Mi ha sempre affascinato questa storia, l'ho sentita raccontare tante volte ed ho visto molti film e cartoni animati che si riferivano ad essa. Così, anche a questa età, ho deciso di leggere il romanzo, certo che c'era molto di più della semplice favoletta.
In effetti è così!!!
Il testo non è assolutamente un libro solo per ragazzi, ma una descrizione della vecchia Europa aristocratica ed antidemocratica dove era marcata l'enorme differenza di tenore di vita tra aristocratici e la gente comune.
Questo romanzo, che bene o male tutti lo conoscono almeno per sommi capi, racconta uno scambio tra il sovrano ed il suo suddito, dove il ricco vive una terribile esperienza tra i poveri ed il povero invece una bella tra i ricchi. Ne uscirà una descrizione delle enormi defferenze delle classi sociali del tempo e come la gente comune era costretta a vivere, nella povertà, nella fame e nelle ingiustizie.
Trasportando la morale del romanzo ai giorni nostri, dove non esiste più ormai l'aristocrazia, essa può farci riflettere sulla differenza tra i ricchi ed i poveri, da come il mondo di oggi è fondato sul denaro. Tutto gira intorno ad esso.
Ecco che appare il collegamento col brano su citato, dove è chiaro l'idea di Gesù sugli averi materiali.
A cosa serve affannarsi durante una vita intera, a raccimolare soldi, quando tutti prima o poi dobbiamo lasciarli?
Esistono in natura due tipi di animali, quelli che immediatamente mangiano il cibo trovato ed altri che invece ne fanno una provvista. Così avviene anche tra gli uomini. Beh, è saggio lavorare per vivere e conservare per avere un po' di sicurezza nei giorni di difficoltà, ma ogni buona abitudine umana degenera, e l'avaro accumula per passione, non per bisogno.
Non è che il denaro gli serve, è lui che serve il denaro. Bisognerebbe raggiungere una sorta di equilibrio, altrimenti si perde anche il valore della vita e non ci si riesce più a godere nulla di ciò che si possiede.
L'unica vera sicurezza è la Provvidenza divina... (Se si continua a leggere il vangelo nei versettu successivi a questo è ben spiegato il senso di questa frase)
RIFLESSIONI
Non lasciamo che il denaro diventi per noi idolo, è importantissimo, aiuta sicuramente a vivere meglio, ma attenzione a non esserne schiavi. Forse proprio il senso di libertà che tanto si cerca attraverso la ricchezza viene annullato dalle catene che la schiavitù dei beni comportano.
Un pensierino va sempre a chi ha meno di noi...
San Giovanni Crisostomo diceva che nell'eternità vale una sola moneta, la CARITA'.
Cerchiamo di scambiare la valuta dei nostri beni con l'amore, donando i nostri averi a chi ne ha più bisogno, l'uomo si porterà di là solo quello che ha regalato al prossimo, il suo tesoro nel cielo. (San Giovanni Crisostomo)
4 commenti:
Commento molto bello e chiaro.
Tanta gioia.
...certo è faticoso e non facile raggiungerlo, ma senza quell'equilibrio si sfalsano tutti i valori l'accumulare diviene il centro dell'essere...
molto bello come sempre il post
buona serata :)
abbandono...quanta fede e abbandono sono necessari...
Grazie a Ciccio a Lianna ed a don angelito per il loro prezioso intervento...
un abbraccio
Posta un commento