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domenica 9 settembre 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - Essere Suoi discepoli


Luca 14,25-33


Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse:
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo:
Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?
Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

COMMENTO

Già la prima frase del vangelo di quasta settimana mi fa molto riflettere, molta gente andava con lui. Era facile seguire Gesù a quei tempi, era un "rivoluzionario", un maestro, portava un vento di novità, compiva prodigi, guariva i malati, incantava con le sue predicazioni, intratteneva con le sue parabole, emanava un grido di speranza, molta gente andava con lui. Ma quanti di quelli che lo seguivano sarebbero diventati suoi veri discepoli? Avrebbero avuto la forza di annullare se stessi per seguirlo? Penso ben pochi... Anche Gesù si rende conto di questo e voltatosi indietro, in un certo senso, bloccando il suo cammino, fermandosi, sente di attuare un "cernita"... O meglio non è lui che la attua ma avviene automaticamente dopo le sue dure e severe parole. Dure e severe, quanto vere. Gesù sa che chi rimane ancora legato ad altri affetti, ai beni materiali, alle sicurezze quotidiane, al proprio egoismo non può camminare con lui. E' chiaro e rivolge tali parole a tutta la folla che era alle sue spalle.

Se non avviene l'annullamento di se stessi, se non svuotiamo la nostra mente ed il nostro cuore dai falsi idoli, difficilmente riusciremo a vedere la vera strada da percorrere, certo non è tutto oro ciò che luccica, bisognerà caricarsi la croce, soffrire per ogni rinuncia e distacco da attuare ma se siamo cosapevoli che Gesù cammina con noi allora nulla risulterà impossibile...


Il Vangelo non ci dice quanti della folla tornarono indietro e quanti invece decisero di prendere la croce che Gesù gli ha offerto, tecnica usata affinchè l'interrogativo fatto alla folla del vangelo passi al lettore, la scelta spetta a noi, oggi come ogni giorno., con la consapevolezza che a camminare non siamo mai soli, che la croce di sicuro non la portiamo da soli.

7 commenti:

Anto ha detto...

Non si può capire il Vangelo di oggi se non riflettendo sulle parole del libro della Sapienza , "Chi ha conosciuto il tuo pensiero,
se tu non gli hai concesso la sapienza e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall’alto?"
che poi sfocia nella richiesta del fedele, riportata dal Salmo:"Donaci, o Dio, la sapienza del cuore".
Ebbene sì, se Dio non ci dà la sapienza del cuore, che però dobbiamo chiedere, non possiamo essere suoi discepoli.
Essere suoi discepoli, significa lasciare tutto,fidarci di lui ciecamente, mettendolo al primo posto.
Della sapienza del cuore, vale a dire dell'amore di Dio, i primi
a beneficiarne saremo noi, poi tutti quelli che abbiamo lasciato, a cui potremo trasmettere un amore più grande.

Anonimo ha detto...

Nelle sue esigenti richieste Gesù mostra di non badare alla quantità di coloro che lo seguono ma alla qualità. Per esser amici di Gesù non dobbiamo avere tanti dubbi, certo siamo fragili e peccatori, ci chiede però di amarlo sul serio a costo anche di mettere in discussione i legami familiari.
Buona settimana! :)

Anonimo ha detto...

Il vangelo di domenica quando l'ho sentito mi ha fatto venire in mente quell'altro passo, dopo l'episodio del giovane ricco. Gesù dice che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli. Allora i discepoli gli domandano: chi si salverà allora? E Gesù: ciò che è impossibile per gli uomini, è possibile per Dio. E' la sua grazia che ci permette di portare ogni giorno la croce, di seguirlo e di rinunciare persino alla nostra vita, ai nostri progetti, alla nostra visione delle cose.
Hai scritto un bel commento ad Vangelo! Buona settimana anche a te!
Elisabetta

Anonimo ha detto...

...certo bisogna passare per la porta stretta...ma con Lui "più che vincitori"...
un caro augurio a te per una serena settimana :)

Anonimo ha detto...

sempre andare oltre noi stessi, per poter ritrovare noi stessi...

Anonimo ha detto...

Molto bello quello che hai scritto Discipulus. Questo brano del Vangelo è un po' ad effetto in certe espressioni ma come ci dice padre Raniero Cantalamessa nella sua Omelia di domenica scorsa:

L'amore per Cristo ordina altri amori

Il brano di Vangelo di questa Domenica è uno di quelli che si sarebbe tentati di smussare e addolcire come troppo duro per gli orecchi degli uomini d'oggi: "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre...". Precisiamo subito una cosa: il Vangelo è, sì, a volte, provocatorio, ma non è mai contraddittorio. Poco oltre, nello stesso Vangelo di Luca, Gesù richiama con forza il dovere di onorare il padre e la madre (cfr. Lc 18 20) e, a proposito di marito e moglie, dice che devono essere una sola carne e che l'uomo non ha diritto di separare quello che Dio ha congiunto. Come può dunque, dirci, adesso, di odiare il padre e la madre, la moglie, i figli e i fratelli?

Bisogna tener presente un fatto. La lingua ebraica non possiede il comparativo di maggioranza o di minoranza (amare una cosa più di un'altra, o meno di un'altra); semplifica e riduce tutto a amare o odiare. La frase: "Se uno viene a me e non odia il padre e la madre...", va dunque intesa nel senso: "Se uno viene a me, senza preferirmi al padre e alla madre...". Basta, per rendersene conto, leggere lo stesso brano nel Vangelo di Matteo dove suona così: "Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me" (Mt 10,37).
http://www.cantalamessa.org/it/omelieView.php?id=136

Anonimo ha detto...

Essere discepoli, cioè imparare a seguire e quindi fare fatica perché seguire non è semplice, però quale avventura meravigliosa!