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domenica 29 aprile 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA


Gv 10,27-30


27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28 Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29 Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. 30Io e il Padre siamo una cosa sola".

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5 commenti:

DISCIPULUS ha detto...

Gesù, in questo brano, come in molti altri, paragona se stesso ad un pastore mentre coloro che ascoltano la sua parola, alle sue pecore. Immagine, tra l'altro, molto diffusa ai tempi di Gesù e quindi i suoi diretti ascoltatori contemporanei capivano immediatamente e realmente cosa volesse intendere con queste parole.
Oggi giorno è sempre più difficile osservare realmente un pastore con le sue pecore e quindi è molto difficile capire il forte ed intenso parallelismo che la comunità di Giovanni adotta per descrivere il rapporto che c'è tra Gesù ed i suoi seguaci.


Suggerirei, quindi, per capire il messaggio di Gesù di questi versi, di informarci sulla pastorizia e sul rapporto che può esserci tra le pecore ed il loro pastore, solo così, possiamo capire il rapporto che viene a crearsi tra Gesù e coloro che ascoltano la sua Parola.

Qualcosa potete trovare qualcosa su questo link: http://it.wikipedia.org/wiki/Pastorizia
"La pastorizia si contraddistingue per la caratteristica simbiosi che si instaura tra gli animali e il pastore, che si occupa di loro a tempo pieno, non limitandosi ad accompagnarli al pascolo ma fornendo loro protezione dai predatori (anche con il tradizionale ausilio di cani), cure sanitarie, assistenza durante il parto ecc. Un'altra peculiarità di questo tipo di allevamento è che la persona che si occupa degli animali è generalmente la stessa che provvede alla trasformazione dei prodotti (dalla tosatura della lana alla produzione del formaggio).

È ancora largamente diffusa in tutto il mondo, anche se va rapidamente diminuendo nei paesi occidentali con il progressivo avanzamento di tecniche più moderne e intensive, che garantiscono maggior produttività con minore sforzo..."


Capito il parallelismo, possiamo infine chiederci: noi riconosciamo Gesù come il nostro Pastore, o meglio, ci sentiamo realmente sue "pecore"?

Marco ha detto...

Ciao Discipulus,

complimenti per il tuo spirito e l'idea ottima di iniziare questa esperienza evangelica!

Anch'io ho iniziato un'esperienza simile da poco.

Il mio indirizzo è

http://caritaschristiurgetnos.blogspot.com

A presto

Marco

Anonimo ha detto...

caro amico,

garzie di cuoreper le parole espresse, che premdo come lezione di vita e che sono oggetto di un dialogo piacevole ed interessante, sono sicuro che tra di noi si potrà instaurare un rapporto di stima, fiducia ese l'Onnipontente lo riterrà opportuno, anche di amicizia... amo il dialogo in ogni sua forma, soprattutto se è in grado di fare ascoltare e parlare gli individui... un abbraccio karmiko... ethan

Anonimo ha detto...

caro amico,

immagino tu sappia che ethan in ebraico significhi angelo, non l'ho selto per caso ma perché mi piaqque il nome nel lontano 1993... forse era destino che cambiassi il mio nome... e un passo che ho fatto ed anche se non ho una religione di riferimento, ho una fede interiore che mi apre verso gli altri... ciauz... ethan

DISCIPULUS ha detto...

Caro Ethan,
ho visto che sul tuo blog hai detto che ti ha molto colpito il mio invito al dialogo e ti ringrazio di avere accettato. Non vedo l'ora di affrontare argomenti specifici e discutere su di essi con te e con tutti quelli che vorranno farlo. In effetti dai miei commenti sul blog puoi accorgerti che il mio approccio alle Scritture è storico-critico, letterario, non vi è alcuna morale imposta ma soltanto spunti di riflessione che aprono al dialogo e all'introspezione. Spero di sentirti presto