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giovedì 30 agosto 2007

PROPAGANDA ALL A FEDE


La propaganda più forte alla fede
è la vita buona dei credenti.

Papa Luciani

domenica 26 agosto 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - La porta stretta


Luca 13,22-30


22Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese:"Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Rispose: 24"Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi
risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. 26Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! 28Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi".

Chiara frecciatina che Gesù, attraverso questa parabola, manda ai farisei ed ai pii ebrei che chiedono l'esclusiva del Regno di Dio. Forse lo pretendono perchè primi adempienti della Parola di Dio, ma Gesù li spiazza chiamandoli operatori di iniquità. Tutti, da oriente ad occidente, da nord a sud, abbiamo la possibilità di banchettare con Lui, e non è detto che il più vicino, sia il primo invitato alla mensa. Anzi la porta è stretta ed alcuni degli ultimi saranno i primi...

Con ciò voglio sottolineare che la sicurezza di entrare per quella porta, di trovarla aperta è continuamente messa in discussione, quindi ai più vicini bisogna ricordare: attenzione, proprio voi avete maggiori responsabilità di fronte a Dio, perchè molto stretto è il rapporto con Dio; e ai lontani : non temete anche per voi c'è la possibilità di entrare nel Suo Regno, la porta è stretta si, difficile da superare, ma non impossibile.

mercoledì 22 agosto 2007

SVEGLIATI DA DIO


Nel dramma della fede si inserisce un elemento misterioso: l'intervento di Dio.
Dopo questo intervento, fatto "senza di noi", Dio ne opera altri, ma "con noi" cioè con la nostra libera collaborazione.

A svegliarci dormiemti, è stato lui solo; a scendere dal letto, tocca a noi, anche se bisognosi, nello scendere, di altri suoi interventi.

Papa Luciani

domenica 19 agosto 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - Fuoco sulla terra


Lc 12,49-53

Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso!
C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
D'ora innanzi in una casa di cinque persone
si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

mercoledì 15 agosto 2007

MARIA, ASSUNTA IN CIELO


DEIPARAE VIRGINIS MARIAE

PROPOSTA DI DEFINIZIONE DEL DOGMA DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

1 maggio 1946

Poiché il popolo cristiano non ha mai cessato di invocare e di sperimentare l'aiuto della santissima Vergine Madre di Dio, così l'ha in ogni tempo venerata con crescente devozione. E poiché, d'altra parte, l'amore, quando sia sincero e profondo, tende, per sua natura a palesarsi con sempre nuove dimostrazioni, i fedeli hanno fatto a gara, attraverso i secoli, nel dare prove di pietà, ognor più ardente, verso la stessa Regina del Cielo. È questo, a Nostro avviso, il motivo per cui già da lungo tempo sono affluite alla Santa Sede numerose istanze - quelle pervenute dal 1849 al 1940 sono state raccolte in due volumi, opportunamente commentate e poi di recente stampate - da parte di cardinali, di patriarchi, di arcivescovi, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, associazioni, università e di innumerevoli privati; i quali tutti supplicano che sia definita e proclamata, come dogma di fede, l'assunzione corporea della beata Vergine Maria in Cielo. E nessuno certo ignora che ciò fu chiesto, con fervidi voti, anche da quasi duecento padri del concilio Vaticano.

Ma Noi, che abbiamo il mandato di difendere e di sviluppare il regno di Cristo, abbiamo nello stesso tempo la continua preoccupazione e il vigilante dovere di tener lontano tutto ciò che al medesimo regno si oppone, e di assecondare ciò che lo può favorire. Per tale ragione, fino dall'inizio del Nostro pontificato, si presentò al Nostro più attento esame la questione, se fosse lecito, conveniente e utile incoraggiare, con la Nostra autorità, le suddette istanze. E a questo scopo non tralasciammo né tralasciamo ora di levare insistenti preghiere a Dio, affinché ci voglia chiaramente manifestare, a questo proposito, i disegni della sua sempre adorabile benignità.

Al fine di impetrarci il dono dei lumi celesti, vogliate, venerabili fratelli, in pia gara, unire le vostre alle Nostre suppliche. Ma mentre a ciò paternamente vi esortiamo, seguendo il metodo dei Nostri predecessori e specialmente di Pio IX, quando era per definire il dogma dell'immacolata concezione di Maria, vi preghiamo caldamente a volerci informare quale sia la devozione del vostro clero e del vostro popolo - in proporzione della loro fede e della loro pietà - verso l'assunzione della beatissima Vergine Maria. In particolare desideriamo ardentemente di sapere se voi, venerabili fratelli, nella vostra dottrina e prudenza, riteniate che si possa proporre e definire come dogma di fede l'assunzione corporea della beatissima Vergine, e se ciò sia desiderato anche dal vostro clero e dal vostro popolo.

In attesa delle vostre risposte - che ci saranno tanto più gradite quanto più saranno sollecite - invochiamo sopra di voi, venerabili fratelli, e sopra i vostri fedeli, insieme con l'abbondanza dei divini favori, la protezione della soccorritrice ed eccelsa Vergine Maria; e di gran cuore impartiamo a voi ed al vostro gregge, quale pegno della Nostra benevolenza l'apostolica benedizione.

Roma, presso San Pietro, 1° maggio 1946, anno VIII del Nostro pontificato.

PIO PP. XII

domenica 12 agosto 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - Maggiori responsabilità

Lc 12,35-48

35Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! 39Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". 41Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". 42Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con vigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà
disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

COMMENTO

E' abbastanza chiaro il messaggio che Gesù vuole darci attraverso queste due parabole.
Nella prima ci invita ad essere sempre ad essere pronti quando arriverà il momento della morte. Qui abbiamo un invito ad essere sempre retti e puri di cuore, perchè non si sa quando il momento del giudizio verrà e quindi non bisogna farsi cogliere impreparati.

Ma quella che più mi ha fatto riflettere è la seconda ed in particolar modo la domanda di Pietro che fa da passaggio da una parabola all'altra.

SIGNORE, QUESTA PARABOLA LA DICI PER NOI O PER TUTTI?

Sarò stato forse condizionato dagli ultimi episodi di cronaca che riguardano alcuni sacerdoti, sarà un messaggio che Gesù vuole dare al mondo intero in questi tempi difficili, ma qui ci vedo un chiaro monito ai sacerdoti cattolici e coloro che sono responsabili di comunità in generale (non solo nella cattolicità).

Pietro è colui al quale, secondo la tradizione, è stata affidata la guida della prima comunità, della Chiesa nascente.
Lui pone una domanda molto chiara, ponendo una distinzione netta tra LORO e TUTTI.

Il farsi trovare pronti, quindi, è qualcosa che riguarda prettamente chi ha seguito Gesù fin dall'inizio, chi gli è stato vicino e ha dedicato la sua vita completamente a lui, lasciando tutto? o riguarda tutti?

Pietro attua questa distinzione e Gesù risponde in modo molto chiaro: tutti devono farsi trovare pronti nel momento della sua venuta, soprattutto poi coloro che hanno avuto un esperienza particolare ed intima con lui.

A loro sarà chiesto di più.
A loro saranno dati castighi maggiori se non si faran trovare pronti.

oggi direi: questo monito vale per i sacerdoti o per tutti?

La risposta di Gesù non cambia, ovviamente...

domenica 5 agosto 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA- Il principe ed il povero

Lc 12,13-21

13Uno della folla gli disse: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità". 14Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". 15E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". 16Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. 17Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? 18E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. 20Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? 21Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio".


COMMENTO

Non poteva capitare in un momento migliore il vangelo di questa settimana, perchè ho appena finito di leggere il libro di Mark Twain: "Il principe ed il povero".

Mi ha sempre affascinato questa storia, l'ho sentita raccontare tante volte ed ho visto molti film e cartoni animati che si riferivano ad essa. Così, anche a questa età, ho deciso di leggere il romanzo, certo che c'era molto di più della semplice favoletta.
In effetti è così!!!
Il testo non è assolutamente un libro solo per ragazzi, ma una descrizione della vecchia Europa aristocratica ed antidemocratica dove era marcata l'enorme differenza di tenore di vita tra aristocratici e la gente comune.
Questo romanzo, che bene o male tutti lo conoscono almeno per sommi capi, racconta uno scambio tra il sovrano ed il suo suddito, dove il ricco vive una terribile esperienza tra i poveri ed il povero invece una bella tra i ricchi. Ne uscirà una descrizione delle enormi defferenze delle classi sociali del tempo e come la gente comune era costretta a vivere, nella povertà, nella fame e nelle ingiustizie.

Trasportando la morale del romanzo ai giorni nostri, dove non esiste più ormai l'aristocrazia, essa può farci riflettere sulla differenza tra i ricchi ed i poveri, da come il mondo di oggi è fondato sul denaro. Tutto gira intorno ad esso.

Ecco che appare il collegamento col brano su citato, dove è chiaro l'idea di Gesù sugli averi materiali.

A cosa serve affannarsi durante una vita intera, a raccimolare soldi, quando tutti prima o poi dobbiamo lasciarli?

Esistono in natura due tipi di animali, quelli che immediatamente mangiano il cibo trovato ed altri che invece ne fanno una provvista. Così avviene anche tra gli uomini. Beh, è saggio lavorare per vivere e conservare per avere un po' di sicurezza nei giorni di difficoltà, ma ogni buona abitudine umana degenera, e l'avaro accumula per passione, non per bisogno.
Non è che il denaro gli serve, è lui che serve il denaro. Bisognerebbe raggiungere una sorta di equilibrio, altrimenti si perde anche il valore della vita e non ci si riesce più a godere nulla di ciò che si possiede.

L'unica vera sicurezza è la Provvidenza divina... (Se si continua a leggere il vangelo nei versettu successivi a questo è ben spiegato il senso di questa frase)

RIFLESSIONI
Non lasciamo che il denaro diventi per noi idolo, è importantissimo, aiuta sicuramente a vivere meglio, ma attenzione a non esserne schiavi. Forse proprio il senso di libertà che tanto si cerca attraverso la ricchezza viene annullato dalle catene che la schiavitù dei beni comportano.
Un pensierino va sempre a chi ha meno di noi...

San Giovanni Crisostomo diceva che nell'eternità vale una sola moneta, la CARITA'.
Cerchiamo di scambiare la valuta dei nostri beni con l'amore, donando i nostri averi a chi ne ha più bisogno, l'uomo si porterà di là solo quello che ha regalato al prossimo, il suo tesoro nel cielo. (San Giovanni Crisostomo)