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lunedì 30 luglio 2007

NELLA STANZA 26 - NEK

Nuovo post sulla conversione.
Se fino ad adesso abbiamo parlato teoricamente, sempre con l'aiuto del cinema e delle canzoni, di come è possibile cambiare strada e tornare a Dio, ora presento una testimonianza concreta attraverso una bella e toccante canzone:

Nella stanza 26.




In questa nuova canzone, Nek racconta proprio un cambiamento di direzione.

Quell’insegna al neon
dice si poi no
è l’incerto stato d’animo che hai
non ce la fai
ma dagli uomini
che ti abbracciano
e ti rubano dagli occhi l’allegria
non puoi andar via
non puoi andar via

se le lacrime
ti aiutassero
butteresti via il dolore che ora c’è
è dentro di te

Nella stanza 26
tra quei fiori che non guardi mai
dove vendi il corpo ad ore dove amarsi non è amore e sdraiandoti vai via da te
nella stanza 26
dove incontri sempre un altro addio

che ferisce il tuo bisogno d’affetto
in quel breve contatto che non c’è

L’uomo che non vuoi
l’uomo che non sai
sta bussando alla tua porta già da un po’
ma non gli aprirai
come rondini
imprendibili
vanno liberi da un corpo stanco ormai
i pensieri che hai

Nella stanza 26
tra quei fiori che non guardi mai
se ti affacci vedi il mare ricominci a respirare poi ti perdi nella sua armonia
e hai il coraggio di andar via
via da un mondo sporco che non vuoi
via da un bacio che non ha tenerezze che non sa di carezze
e cammini lungo il mare
nel suo lento respirare tu sei parte di quel tutto ormai

Nella stanza 26
metti un fiore tra i capelli tuoi
mentre l’alba nuova ti viene incontro
nel profumo del vento

Nella stanza 26

NEK: "Una ragazza dell'est mi ha scritto raccontandomi la sua triste vita: giunta in Italia carica di speranze, è stata costretta a prostituirsi per mantenere la sua famiglia. La lettera era anonima e lei non mi ha più scritto. Aveva solo bisogno di sfogarsi e condividere per un attimo il suo dramma. Ho sentito dentro di me, in quanto cantante e comunicatore, la necessità di raccontare questa storia".

Il cambiamento lo si può notare nel ritornello, dove nella prima volta vengono descritti situazioni e sentimenti negativi, come vendere il corpo ad ore, dove amarsi non è amore, dove l'addio del cliente ferisce il bisogno d'affetto della ragazza. Nel secondo invece le immagini sono completamente opposte, si evince la grande voglia di libertà ispirata dalla vista del mare, il ricominciare a respirare, ed il nascere del coraggio di cambiare strada, di andare via da quella stanza, da quel mondo sporco.
Ed indovinate un po chi vedo in quell'alba nuova che va incontro alla ragazza?
Si, come il padre misericordioso che corre incontro al figlio pentito ritornato, così Dio accoglie coloro che decidono di tornare a Lui, di cambiare strada e trovare la vera felicità.

Che ne pensate?

domenica 29 luglio 2007

SIGNORE INSEGNACI A PREGARE...

Lc 11,1-13

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". 2Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione". 5Poi aggiunse: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. 9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!".

CONTESTO
Prosegue il racconto del vangelo di Luca che dopo aver narrato i due modi di vivere di un cristiano, sottolineando l'importanza dell'amore per il prossimo e l'amore per Dio attraverso l'ascolto della sua parola e la preghiera.
Ecco che sorge una domanda: come si prega? Signore insegnaci a pregare...

COMMENTO
Gesù risponde attraverso la struttura principale della preghiera ebraica, molti salmi e molte preghiere antiche e di conseguenza anche quelle delle prime comunità cristiane, molti rituali liturgici, hanno questa struttura, dove nella prima parte avviene una lode di Dio e delle sue opere meravilgiose che ha compiuto e compie quotidianamente, poi nella seconda parte c'è la richiesta.

La preghiera del Padre Nostro infatti si può dividere in due parti,

la prima dove è chiara la lode a Dio:
- sei nei cieli
- sia santificato il tuo nome
- venga il tuo regno
- sia fatta la tua volontà

la seconda invece è fatta di richieste, quattro come sono le lodi:
- dai a noi il pane quotidiano
- rimetti i nostri debiti
- non farci entrare in tentazione
- liberaci dal male

La differenza principale dalla preghiera che incontramo di continuo nel vecchio testamento sta proprio nel primo termine.
La differenza è nel modo di concepire Dio.
Gesù si rivolge a Dio chiamandolo PADRE.

RIFLESSIONI
Scommetto che il 99% delle volte, nelle nostre preghiere dimentichiamo la parte della lode a Dio.
Purtroppo accade spesso che ci ricordiamo di Dio solo nei momenti di bisogno ed ecco che parte la nostra richiesta...
La preghiera completa è fatta da entrambi gli elementi su indicati, ambedue importantissimi e correlati.
La preghiera è dialogo, è ascolto della Parola di Dio e rispsta con quella dell'uomo.

domenica 22 luglio 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - Ora et labora


Lc 10,38-42

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". 41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".

CONTESTO
questa volta il contesto è molto importante perchè Luca pone questo episodio della vita di Gesù dopo la parabola del buon samaritano, poi scopriremo perchè.

COMMENTO
Due sono le principali interpretazioni che sono state fatte su questo brano, la prima più classica e va per la maggiore, la seconda un po meno ma molto interessante.

- è classico il commento a questo brano che vede in Marta e Maria i due aspetti principali e fondamentali dell'essere cristiani, ossia il lato contemplativo e quello apostolico.
Marta con il suo preoccuparsi del servizio rappresenta chi in modo attivo matte in pratica la parola di Dio, mentre Maria, invece, rappresenta il silenzio contemplativo, l'ascolto della Parola, la preghiera.
E' chiaro cosa Gesù preferisce...

- a me piace invece quest'altra riflessione: Marta con il suo affannarsi nei servizi rappresenta chi si rende schiavo delle cose umane che, a loro volta, non ci consentono di ascoltare il grande mistero di Dio che ci circonda.
Inoltre, Luca non a caso pone qui questo episodio, immediatamente dopo alla parabola del buon samaritano. Come si evince dalla parabola affinchè si erediti il regno di Dio bisogna amare il prossimo. Prima "regola" fondamentale è la testimonianza della amore di Dio attraverso il nostro amore operoso nei confronti degli altri.
Poi avviene una sorta di bilanciamento dove si da maggior importanza all'ascolto e la contemplazione.
A differenza da come sembra, in questo modo, non traspare una scala di valori e l'amore del prossimo è equivalente a quello di Dio, l'uno senza l'altro non ha ragion d'essere.
Non si può testimoniare il vangelo se non lo si ascolta e non lo si può ascoltare e basta, senza metterlo in pratica.

RIFLESSIONI
Possiamo riflettere su come viviamo, di quanto il nostro lavoro, i nostri affanni, il nostro fare tolgono sempre più spazio al silenzio, all'ascolto ed alla contemplazione.
Presi dalle cose mondane abbiamo perso l'abitudine di ascoltare, il nostro è un fare, fare e soltanto fare, un continuo preoccuparsi del guadagno e del vivere bene che non lascia alcun spazio alle "cose" divine.


sabato 21 luglio 2007

Perchè si muore?

Scavando nella mia libreria, ho notato un piccolo libricino che avevo letto tempo fa ma non ricordavo nulla sul suo contenuto, così l'ho riletto e l'ho trovato molto semplice e che arriva dritto al cuore.

Esso è scritto da Abbè Pierre, nato nel 1912 a Lione, si è fatto frate cappuccino all'età di 19 anni, contro la volontà dei suoi genitori, e poi è stato eletto deputato al parlamento francese dove ha molto sostenuto la legge contro l'obiezione di coscienza.
Ha fondato la comunità Emmaus, presente oggi in molte parti del mondo che attraverso i suoi aiuti umanitari e spirituali va in aiuto dei più deboli e dei sofferenti.

Il libro di intitola: "Cos'è la vita? e perchè si muore? ... spiegato ai bambini"

Non è come sembra un testo soltanto per bambini, la sua semplicità con la quale è scritto fa cogliere più facilmente gli argomenti trattati, argomenti non sempre facili da spiegare e da capire, ossia il rapporto tra la vita e la morte.

L'Abbè Pierre, rispondendo alle domande di bambini e fanciulli intesse con loro un fitto dialogo e, attraverso riflessioni, ricordi ed esperienza vissute, parla del mistero più grande, dinanzi al quale l'uomo si scopre impotente.
Si parla tra l'altro anche delle varie manifestazioni della morte come il suicidio, le morti violente, le guerre e le piaghe sociali.
Chi puù interessare l'argomento glielo consiglio vivamente.

Il libro e tutta la discussione si conclude con queste parole che riassumono l'intero testo:

"Nel momento della morte, quando arriverai presso Dio, sentirai queste parole...
ho avuto fame e mi hai dato da mangiare,
ero solo, e mi hai visitato,
ero nudo e mi hai vestito,

ho avuto fame, e non mi hai dato da mangiare,
ero solo e non mi hai visitato,
ero nudo e non mi hai vestito.

Allora capirai questo:

Quel che hai fatto,
o che non hai fatto ai più piccoli degli uomini,
è a me che l'hai fatto o che non l'hai fatto"

domenica 15 luglio 2007

ENYA - EXILE: una strada verso casa...


Continua il nostro viaggio verso la categoria bibblica della CONVERSIONE con l'aiuto dei media.

Quando scatta in noi la voglia di tornare verso Dio? di effettuare una versione ad U e percorrere la strada inversa?

La maggior parte delle volte avviene quando si tocca il fondo. Quando tutto ci sembra andare storto, quando cadiamo nel buio più completo e le nostre forze, da sole, non possono risollevarci.

E proprio in questi momenti non ci resta altro da fare che cercare la vera Luce, ritrovare il giusto sentiero e provare a ripercorrerlo. Non ci resta altro da fare che tornare indietro, che svoltare e cambiare strada.

Nell'Antico Testamento molto spesso troviamo gli ebrei che, in un momento terribile della loro vita, cercano la conversione. Mi viene in mente, per esempio, il periodo del loro esilio.
Nel libro delle Lamentazioni troviamo scritto:
"Ricordati, Signore, di quanto è accaduto, guarda e considera il nostro obbrobrio. La nostra eredità è passata a stranieri, le nostre case a stranieri. [...] Perchè ci vuoi dimenticare per sempre? Ci vuoi abbandonare per lunghi giorni? Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo". (Lam 5,1-22)

Qui il popolo ebraico chiede con insistenza a Dio di farli ritornare in patria, dopo il lungo e difficile esilio che stan vivendo. Qui il popolo tocca il fondo e sa che se tornerà a Dio esso potrà tornare a Sion.
Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo.
Ci troviamo di fronte ad un raddoppiamento verbale che esplicita il desiderio degli ebrei di ritornare a Sion, cioè la conclusione dell'esilio, e di ritornare a DIo, cioè la conversione.

Questo passo mi fa ricordare una canzone della cantante più magica e speciale, come la terra dalla quale proviene, che io conosca: Enya.

Exile

Cold as the northern winds
in December mornings,
cold is the cry that rings
from this far distant shore.

Winter has come too late,
too close beside me.
How can I chase away
all these fears deep inside?

I'll wait the signs to come.
I'll find a way.
I will wait the time to come.
I'll find a way home.

My light shall be the moon
and my path - the ocean.
My guide the morning star
as I sail home to you.
I'll wait the signs to come.
I'll find a way.
I will wait the time to come.
I'll wait a way home.

Who then can warm my soul?
Who can quell my passion?
Out of these dreams - a boat.
I will sail home to you.

TRADUZIONE

Esilio

Freddo come i venti del nord
nelle mattine di dicembre,
freddo è il pianto che risuona
da questa lontanissima spiaggia.

L'inverno è arrivato troppo tardi,
troppo vicino a me.
Come posso scacciare
tutte queste profonde paure?

Aspetterò i segni per tornare.
Troverò una strada.
Aspetterò il momento per tornare.
Troverò una strada verso casa.

La mia luce sarà la luna
ed il mio sentiero - l'oceano.
La mia guida la stella del mattino
mentre navigo verso casa da te.
Aspetterò i segni per tornare.
Troverò una strada.
Aspetterò il momento per tornare.
Troverò una strada verso casa.

Chi allora può scaldare l'anima mia?
Chi può calmare la mia passione?
Fuori da questi sogni - una nave.
Navigherò verso casa da te.



Ascolta e vedi il video della canzone, tratto dal film al quale fa da colonna sonora: "Pazzi a Beverly Hills"



Con questa sua canzone, intitolata appunto Exile, Enya sembra dar voce al popolo ebraico che desidera, nell'inverno della sua storia, in un isola arida e deserta, trovare una strada verso casa, una strada per tornare indietro, una strada che porti a Dio.
Non solo questi versi possono rispecchiare le parole degli ebrei, ma possono diventare preghiera di chi, ormai senza alcuna possibilità ha raggiunto il baratro della sua esistenza e vuole risalire, vuole cambiare direzione, tornare indietro, effettuare una versione ad U, in una parola convertirsi.

Possiamo riflettere su tutti quei momenti bui della nostra vita ed accorgerci che proprio in quei momenti abbiamo cercato di riavvicinarci a Dio nuovamente...

sabato 14 luglio 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - Il buon Samaritano

Lc 10,25-37

25Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". 26Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". 27Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". 28E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".
29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". 30Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede
all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". 37Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".


CONTESTO
Dopo che Gesù invita i suoi discepoli a predicare la venuta del Regno di Dio, Gesù, rispondendo ad un dottore della legge che chiedeva come ereditare il regno dei cieli, racconta una parabola, una di quelle fra le più note che troviamo nei vangeli. Quella del buon samaritano.

COMMENTO
La parabola che Gesù racconta è molto chiara, amare il prossimo consiste nell'aiutare l'emarginato e chiunque soffre per qualsiasi genere di dolore. (COMPATIRE etimologiacente significa "patire con", condividere il proprio dolore, farsi carico del dolore dell'altro, soffrire insieme alleviando le pene...)
Quello che mi colpisce ogni volta che la leggo è l'aria antirituale che si respira nel racconto: il sacerdote ed il levita, rappresentanti ufficiali dell'amore di Dio nella struttura religiosa israelita, non si lasciano commuovere dal bisogno di aiuto dell'uomo che han trovato per srtada.
Il loro stesso atteggiamento dimostra che quell'amore di Dio che essi rappresentano è una menzogna e che tutta la loro esistenza religiosa è falsa.
Con questa parabola quindi, oltre a spiegare come vivere il regno di Dio ed amare il prossimo, Gesù attacca anche le istituzioni religiose del tempo, che, non sono coerenti con ciò che rappresentano.

RIFLESSIONI
Viene spontaneo proiettare quest'attacco di Gesù alle istituzioni religiose ebraiche a quelle cattoliche di oggi. Sempre più si nota la forte contraddizione tra ciò che si predica e ciò che in realtà si vive.
Penso proprio che questo fattore sia importante. Chiunque testimoni il vangelo lo deve fare anche attraverso la sua vita.
Non basta predicare quindi, coloro che seguono Cristo devono anche vivere ciò che predicano. Anzi sono proprio i fatti a rendere credibili le parole.

Che ne pensate?

domenica 8 luglio 2007

INFERNO - Una libera scelta


Inizio col ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio, presente nel post di Sabato 23 Giugno 2007, il ri
sultato è evidente:

la maggior parte di voi pensa che l'Inferno esista e che non sia vuoto.


RISULTATO IN TEMPO REALE

si e penso sia vuoto - 1 Voti (8% del totale)


si e penso non sia vuoto - 12 Voti (92% del totale)


non esiste - 0 Voti (0% del totale)


non so - 0 Voti (0% del totale)


  • Alcune tesi riguardo la misericordia infinita di Dio lasciano presupporre che l'inferno, o "luogo" dell'assenza di Dio, sia vuoto, visto che al momento del giudizio Dio, infinitamente buono, decide di perdonare tutti i peccatori e lasciarli andare tutti in Paradiso.

  • Altre, invece, pensano che l'inferno esista e nello stesso tempo è possibile che ci sia qualcuno, perchè Dio è giuto giudice ed elargisce premi ai buoni e condanna, invece, i cattivi.

Di solito si parla di inferno come luogo, ma lo si fa inopportunamente, in realtà non lo è, in realtà non lo si può neanche descrivere con categorie umane, ma ci si può avvicinare descrivendolo come una sorte di stato, come tra l'altro è il Paradiso. Se il Paradiso è lo stato dove si è con Dio, l'inferno è il contrario: ossia l'esistenza eterna senza Dio.


Direi di dimenticarci la visione dantesca e tradizionale dell'Inferno come luogo di pene e sofferenze, esso è l'opzione che l'uomo, alla fine della sua vita terrena, può scegliere nella sua libertà. Elisabetta, nel suo commento ha detto bene, Dio ha creato l'uomo libero e questa libertà è piena anche dopo la morte, quindi egli può scegliere di vivere l'eternità con o senza Dio.
Quindi anche il peccatore più incallito, se alla fine della vita si pente e decide di contemplare Dio per sempre, verrà perdonato. Se invece egli vorrà continuare a vivere l'eternità come ha vissuto il tempo terreno, sarà libero di farlo.

Ecco perchè si presuppone che l'inferno non sia vuoto, almeno non per scelta di Dio.

sabato 7 luglio 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - Missione

Lc 10,1-12.17-20

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
17I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome". 18Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".

CONTESTO
Gesù, in cammino verso Gerusalemme, dopo aver dettato "regole" sulla condizione di sequela (come raccontato nel vangelo della settimana scorsa Lc 9,51-62), pensa sia il caso di raccogliere i frutti che Egli stesso ha seminato durante questo periodo di predicazione.
Sceglie tra i suoi 72 discepoli e li manda a predicare ciò che hanno imparato. La missione è andata a buon fine, visto che i discepoli tornano pieni di gioia.

COMMENTO
  • Gesù da solo non può compiere la sua missione, ha bisogno dei suoi discepoli, affinchè la maggior parte delle persone possano essere avvertite che il Regno di Dio stà per arrivare. Anche dopo la sua morte chiederà ai suoi dicepoli di annunziare il Vangelo.
  • Gesù vuole che tali messaggi siano portati in pace, senza forzature ne violenze, nel pieno rispetto della libertà degli altri.

RIFLESSIONI
Compito e missione di ogni discepolo di Gesù è quello di annunciare il Vangelo.
Interroghiamoci se realmente lo facciamo.
Tra l'altro non c'è bisogno di andare casa per casa, possiamo anche farlo nelle nostre situazioni quotidiane nelle quali viviamo: in famiglia, al lavoro, in palestra, al bar, tra gli amici.
Ma, come deve essere questo annuncio?
Beh, sicuramente non invadente.
Il nostro compito è quello di annunciare, non convincere.
Basta gettare un seme, poi, se atterra su un terreno fertile e sarà irrigato, esso porterà frutto.

domenica 1 luglio 2007

VANGELO DELLA SETTIMANA - Seguimi


Lc 9,57-62

57Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". 58Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". 59A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". 60Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio". 61Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". 62Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio".

CONTESTO
Gesu è nel pieno della sua missione pubblica e decide che è arrivato il momento di dirigersi verso Gesusalemme.
Con decisione Gesù inizia il suo cammino e durante il viaggio non gli mancano occasioni in cui invitare la gente a seguirlo.
In questo brano, che si colloca tra l'altro proprio prima della scelta dei settantadue discepoli e della loro missione di predicazione a due a due, troviamo tre personaggi e tre inviti alla sequela di Gesù con i rispettivi tre "modus vivendi" tipici di chi lo segue.


COMMENTO
Oggi direi di analizzare questi tre incontri che Gesù fa durante il cammino per Gerusalemme.

  • Nel primo, che si differisce dagli altri due successivi, in quanto non è Gesù che invita ma è lo stesso personaggio che lo fa, pronto a seguirlo ovunque egli vada, troviamo la prima condizione alla quale chi vuole seguire Gesù deve sottostare: l'incertezza, intesa come mancanza di sicurezze. Seguire Gesù significa lasciare tutte le proprie certezze, i propri appoggi, i propri punti fermi, la pripria casa. Essere pronti a cambiare la propria vita, le proprie tradizioni, le proprie abitudini, essere pronti a tutto!!!
  • Nel secondo incontro è Gesù che dice ad un nuovo personaggio: "seguimi", ma ecco che l'invitato pone una condizione, "prima però..." Qui sembrerebbe crudele la condizione che Gesù pone a colui che ha incontrato, ma se analizziamo la cultura ebraica dei tempi di Gesù ci rendiamo conto che non lo è poi tanto. Qui Gesù non sminuisce il valore ed il culto dei morti, perchè, al momento della morte, tutti i parenti dovevano essere presenti nell'atto del seppellirlo, perchè era proprio quello il momento in cui si dividevano le eredità del defunto. Quindi con questa affermazione Gesù vuole porre questa condizione, chi vuole seguirmi deve sapersi distaccare dalle cose materiali, dai beni, dalle ricchezze che allontanano sempre più il cuore da Dio.
  • L'ultimo personaggio che Gesù incontra è colui che prima di iniziare a seguire Gesù vuole salutare i parenti, letteralmente dal greco, "permettimi di dire addio a quelli di casa mia". Nuova condizione è il riuscire ad allontanarsi da tutti quelli affetti che imprigionano l'essere umano e non lo lasciano libero di amare tutti. Bisogna distaccarsi dagli amori esclusivi ed egoistici, da quelli che vorrebbero tutto il nostro amore solo per loro. Questo non permetterebbe a chi vuole seguire le orme di Gesù di amare tutti nella libertà e senza distinzioni, come Egli ha fatto.

RIFLESSIONI
Significativo è il fatto che il testo non accenna minimamente alla scelta conclusiva che questi tre personaggi han fatto. L'autore del testo così rimanda al lettore la scelta. Questo è quanto è da fare se si vuole seguire realmente Gesù, noi cosa facciamo?
Quale delle tre condizioni ci risulta più difficile attuare?